L'INIZIATORE DELL'INFIORATA A MAR
INEO
AVEVO UN SOGN
Ogni persona ha dei sogni. Io nella mia vita ne ho avuti tanti: alcuni si sono realizzati, altri sono stati appena sfioratati. Ma ce ne è uno di cui ne vado orgoglioso: è “l’infiorata”.
Da qualche anno ero tornato da Assisi per svolgere, anche a Marineo un servizio di evangelizzazione con le Missioni parrocchiali a seguito delle quali dopo una lunga catechesi di tre mesi circa, cercavo di creare e formare delle “piccole Comunità di Fede“ (come allora si chiamavano le attuali Comunità Missionarie del Vangelo). Eravamo negli anni 80.
Ad Assisi – dove abitavo dal 59, essendo volontario della Pro Civitate Christiana fondata da don Giovanni Rossi - per parecchi anni avevo assistito alla processione del Corpus Domini chiamata la processione delle pianete belle perché il numeroso clero diocesano e i tantissimi monaci francescani le indossavano per l’occasione. Le pianete erano davvero belle e preziose soprattutto quelle dei monaci, quasi tutte antichissime, e ricamatissime, in oro o a colori. La pianeta è l’indumento sacro che i sacerdoti indossano per la celebrazione dell’Eucaristia. Oggi è sostituita dalla casula.
Ad Assisi per il Corpus Domini un’usanza mi aveva colpito e positivamente impressionato: moltissime famiglie e gruppi di giovani appartenenti a realtà ecclesiali, per la processione, allestivano e davanti casa e lungo alcuni tratti delle strade della città dei ‘tappeti’ di petali di fiori. Era uno spettacolo stupendo per i colori, per i disegni. Ma soprattutto era un segno di devozione e di fede Un omaggio colorato all’Eucaristia. I petali erano disposti formando dei disegni meravigliosi rappresentando dei simboli eucaristici, dal calice all’ostensorio, al cuore. Altri riquadri, i più artistici, riproducevano immagini religiose.
Partecipavano tutti, uomini e donne, giovani e adulti, senza vergogna, disegnavano per terra fiori e altri motivi ornamentali. Veri grandi artisti.
Tornato a Marineo, avvicinandosi la festività del Corpus Domini, mi tornavano in mente quelle immagini, quelle tavole di fiori… e sognavo ad occhi aperti… ma non avevo alcuna esperienza e non sapevo da dove cominciare. Poi ne ho parlato agli amici nell’intento di coinvolgere la giovanissima comunità nata da poco. Ma ho fallito: la proposta di sperimentare e realizzare qualche riquadro non è stata accettata. Per quell’anno ho dovuto annullare il sogno ma non rinunciavo all’idea di realizzare a Marineo una piccola infiorata. L’anno successivo ho rifatto la medesima proposta alla Comunità, ma la Comunità non ha accettato l’invito nemmeno ora, non sapendo cosa fare, non avendo nessuna idea su cosa e come fare.
Ma questa volta però io ero determinato e deciso, dicendo che avrei fatto tutto da solo: e che avevo bisogno solamente di due persone che mi aiutassero a raccogliere i fiori e a selezionare i petali secondo il colore. La mattina della domenica, in verità, si presentarono parecchi con sacchetti di plastica pieni di fiori. Molti altri vennero per curiosare e … forse criticare che è la cosa più facile che tutti sanno fare.
Quell’anno ho potuto fare due riquadri grandi, meravigliosi, coloratissimi. Sono piaciuti a tutti. La Comunità, da quel momento ha fatto propria l’iniziativa e ogni anno, tutti carichi di entusiasmo, abbiamo raddoppiato i riquadri, fino a farne da soli nove con il plauso generale di tutti. Nessun altro gruppo ecclesiale, però, con mio grande dispiacere, anche se ogni volta invitati tutti, si è voluto coinvolgere. Per molti anni è stata solo la Comunità missionaria del Vangelo a realizzare l’infiorata. Mi accorgevo, però, che molti erano compiaciuti e interessati.
Poi, a poco a poco, alcuni gruppi ecclesiali finalmente hanno realizzato dei riquadri e ho potuto notare, con mio grandissimo compiacimento, che ormai l’iniziativa non era più considerata lavoro di un gruppo, ma di tutti, compresi i gruppi sociali e sportivi. Anche l’Amministrazione comunale ha collaborato attivamente.
Ora, con la validissima, fattiva, creativa e geniale presenza del nuovo Superiore della Congregazione del SS. Sacramento, Claudio Pesco, posso affermare che l’infiorata fa ormai parte della tradizione di Marineo. Ogni anno si aspetta e tutto il Paese è coinvolto per la realizzazione dell’infiorata in onore di Gesù presente nella SS. Eucaristia. E’ una festa.
Una cosa però ancora manca: l’infiorata che parta dal Calvario fino alla Madrice.
E’ fattibilissima, solo se si vuole. Non si dovranno moltiplicare i riquadri: bastano quelli programmati negli anni passati. Solamente si dovrebbero allungare gli spazi bianchi o verdi tra un riquadro e l’altro e così coprire come con un lungo tappeto anche il tratto Calvario – piazza Arciprete Inglima.
Così il mio sogno si realizzerà. Questo il mio augurio.
Nino Trentacoste
O
Ogni persona ha dei sogni. Io nella mia vita ne ho avuti tanti: alcuni si sono realizzati, altri sono stati appena sfioratati. Ma ce ne è uno di cui ne vado orgoglioso: è “l’infiorata”.
Da qualche anno ero tornato da Assisi per svolgere, anche a Marineo un servizio di evangelizzazione con le Missioni parrocchiali a seguito delle quali dopo una lunga catechesi di tre mesi circa, cercavo di creare e formare delle “piccole Comunità di Fede“ (come allora si chiamavano le attuali Comunità Missionarie del Vangelo). Eravamo negli anni 80.
Ad Assisi – dove abitavo dal 59, essendo volontario della Pro Civitate Christiana fondata da don Giovanni Rossi - per parecchi anni avevo assistito alla processione del Corpus Domini chiamata la processione delle pianete belle perché il numeroso clero diocesano e i tantissimi monaci francescani le indossavano per l’occasione. Le pianete erano davvero belle e preziose soprattutto quelle dei monaci, quasi tutte antichissime, e ricamatissime, in oro o a colori. La pianeta è l’indumento sacro che i sacerdoti indossano per la celebrazione dell’Eucaristia. Oggi è sostituita dalla casula.
Ad Assisi per il Corpus Domini un’usanza mi aveva colpito e positivamente impressionato: moltissime famiglie e gruppi di giovani appartenenti a realtà ecclesiali, per la processione, allestivano e davanti casa e lungo alcuni tratti delle strade della città dei ‘tappeti’ di petali di fiori. Era uno spettacolo stupendo per i colori, per i disegni. Ma soprattutto era un segno di devozione e di fede Un omaggio colorato all’Eucaristia. I petali erano disposti formando dei disegni meravigliosi rappresentando dei simboli eucaristici, dal calice all’ostensorio, al cuore. Altri riquadri, i più artistici, riproducevano immagini religiose.
Partecipavano tutti, uomini e donne, giovani e adulti, senza vergogna, disegnavano per terra fiori e altri motivi ornamentali. Veri grandi artisti.
Tornato a Marineo, avvicinandosi la festività del Corpus Domini, mi tornavano in mente quelle immagini, quelle tavole di fiori… e sognavo ad occhi aperti… ma non avevo alcuna esperienza e non sapevo da dove cominciare. Poi ne ho parlato agli amici nell’intento di coinvolgere la giovanissima comunità nata da poco. Ma ho fallito: la proposta di sperimentare e realizzare qualche riquadro non è stata accettata. Per quell’anno ho dovuto annullare il sogno ma non rinunciavo all’idea di realizzare a Marineo una piccola infiorata. L’anno successivo ho rifatto la medesima proposta alla Comunità, ma la Comunità non ha accettato l’invito nemmeno ora, non sapendo cosa fare, non avendo nessuna idea su cosa e come fare.
Ma questa volta però io ero determinato e deciso, dicendo che avrei fatto tutto da solo: e che avevo bisogno solamente di due persone che mi aiutassero a raccogliere i fiori e a selezionare i petali secondo il colore. La mattina della domenica, in verità, si presentarono parecchi con sacchetti di plastica pieni di fiori. Molti altri vennero per curiosare e … forse criticare che è la cosa più facile che tutti sanno fare.
Quell’anno ho potuto fare due riquadri grandi, meravigliosi, coloratissimi. Sono piaciuti a tutti. La Comunità, da quel momento ha fatto propria l’iniziativa e ogni anno, tutti carichi di entusiasmo, abbiamo raddoppiato i riquadri, fino a farne da soli nove con il plauso generale di tutti. Nessun altro gruppo ecclesiale, però, con mio grande dispiacere, anche se ogni volta invitati tutti, si è voluto coinvolgere. Per molti anni è stata solo la Comunità missionaria del Vangelo a realizzare l’infiorata. Mi accorgevo, però, che molti erano compiaciuti e interessati.
Poi, a poco a poco, alcuni gruppi ecclesiali finalmente hanno realizzato dei riquadri e ho potuto notare, con mio grandissimo compiacimento, che ormai l’iniziativa non era più considerata lavoro di un gruppo, ma di tutti, compresi i gruppi sociali e sportivi. Anche l’Amministrazione comunale ha collaborato attivamente.
Ora, con la validissima, fattiva, creativa e geniale presenza del nuovo Superiore della Congregazione del SS. Sacramento, Claudio Pesco, posso affermare che l’infiorata fa ormai parte della tradizione di Marineo. Ogni anno si aspetta e tutto il Paese è coinvolto per la realizzazione dell’infiorata in onore di Gesù presente nella SS. Eucaristia. E’ una festa.
Una cosa però ancora manca: l’infiorata che parta dal Calvario fino alla Madrice.
E’ fattibilissima, solo se si vuole. Non si dovranno moltiplicare i riquadri: bastano quelli programmati negli anni passati. Solamente si dovrebbero allungare gli spazi bianchi o verdi tra un riquadro e l’altro e così coprire come con un lungo tappeto anche il tratto Calvario – piazza Arciprete Inglima.
Così il mio sogno si realizzerà. Questo il mio augurio.
Nino Trentacoste
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